(Roma 1880 - Parigi 1918) poeta francese. Figlio naturale di una nobildonna polacca e di un italiano ex ufficiale borbonico, visse i suoi primi anni fra Roma, Monaco, Nizza, Cannes, Lione. Stabilitosi a Parigi nel 1902, partecipò alle più vivaci battaglie artistiche del tempo. Fondò riviste e scrisse cronache d’arte. Fu il primo a sostenere i fauves, presentando nel 1908 opere di Matisse, Derain ecc.; appoggiò la «rivoluzione» cubista con uno scritto rimasto celebre, I pittori cubisti (Les peintres cubistes, 1913); entrò in contatto con F.T. Marinetti e scrisse il manifesto L’antitradizione futurista (L’antitradition futuriste, 1913) e fu poi sempre pronto a cogliere l’importanza di artisti dalle tendenze anche disparate, da Delaunay a Picabia e a De Chirico. Arruolatosi nel 1914 e successivamente inviato al fronte, nel 1916 fu ferito alla testa. Nel novembre 1918 fu stroncato dalla febbre spagnola.A. è autore di numerose opere in prosa. Ricordiamo L’incantatore imputridito (L’enchanteur pourissant, 1909), i racconti riuniti in L’eresiarca & C. (L’hérésiarque et Cie, 1910), Il poeta assassinato (Le poète assassiné, 1916), il dramma presurrealista Le mammelle di Tiresia (Les mamelles de Tirésias, rappresentato nel 1917), i testi libertini. Ma la sua fama resta essenzialmente affidata a due raccolte poetiche: Alcools (1913) e Calligrammi (Calligrammes, 1918). Alcools raccoglie 50 componimenti, rappresentativi di una produzione che va dal 1898 al 1913. Accanto a poesie ostentatamente moderniste quali Zona o L’emigrante di Lander Road, in cui il discorso poetico tende a frantumarsi, procedendo per accumuli eterocliti di materiali tratti dall’attualità più provocatoria e stilisticamente più bassa, ne stanno altre, risolte in una pura linea di canto, che ripropongono cadenze e temi neoromantici (Le pont Mirabeau) o che si giovano dei modelli più collaudati del post-simbolismo. Calligrammes raccoglie 86 «poesie della pace e della guerra», di cui però 19 soltanto hanno vera e propria struttura di calligramma. Qui è da vedersi probabilmente il momento più avanzato della ricerca formale di A.: l’«ideogramma lirico» sfrutta le possibilità figurative dei segni verbali; il «poème-conversation» - giustapposizione di frammenti di dialogo - tende a riprodurre, colte sul nascere, le molteplici sfaccettature del reale, infrangendo ogni gerarchia fra il prosastico e il poetico; il ritmo accelerato del testo «simultaneo», che trova il suo equivalente nella tecnica compositiva del cubismo, spinge l’immagine in libertà alle soglie del surrealismo. Ma l’originalità e il vero volto della sua poesia vanno soprattutto ricercati in quel parlato continuo, in quella discorsività ininterrotta che, assecondati dal movimento di una sintassi poetica liberata, unificano i differenti versanti della sua sperimentazione.